Il presente come storia (Italian Edition) by Rastello Luca

autore:Rastello Luca [Luca, Rastello]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788863571806
editore: Edizioni dell'Asino
pubblicato: 2015-11-11T23:00:00+00:00

Inutile continuare con la scenetta. A qualcuno può sembrare incredibile ma è quello che succede agli abitanti della bassa val Susa (e ora della val Sangone) minacciati dallo stupro chiamato Tav. Non con un dialogo così franco e spudoratamente sincero, però: con sotterfugi, valanghe di articoli di giornali in cui non si capisce mai niente (chi distingue, leggendo i giornali, una Conferenza da un Tavolo da un Osservatorio da un Comitato, e si susseguono a ritmo di slavina, chi distingue o è un genio o è in malafede), dichiarazioni apodittiche di politici e signori dell’economia e della finanza spesso riprese in stile “signora mia” nei salotti progressisti italiani dove il dettato del potere si traduce in mantra: “Signora mia non si può fermare il progresso”, “Signora mia restiamo emarginati dai flussi”, “Signora mia è la sola alternativa al trasporto su gomma”, “Signora mia, il corridoio 5”, “Le merci da Kiev a Barcellona (o era da Odessa a Lisbona, non ricordo, ma è lo stesso: è come non ricordare il nome di uno dei sette nani).

Ma la sostanza è esattamente questa: abbiamo costituito una società per usare il tuo mondo, per prendercelo e se tu non ci stai pazienza.

Eccolo il Tav, lo stupro, la grande bugia progressista, il Ponte di Messina di sinistra, la storia in cui il confine della legalità viene spostato come un divieto di balneazione a uso e consumo degli investitori e tramonta il rapporto fra comunità e ceto politico che un tempo si chiamava ingenuamente “partecipazione”. La storia, però, anche di una moltitudine di persone decisa a resistere.

Sarebbe anche un po’ la questione dei mercanti nel tempio se, in un accesso di umanesimo elementare, volessimo intendere per tempio quel che resta del mondo inteso come insieme degli umani, luogo per gli umani, garanzia minima di un futuro per gli umani, anziché come terreno di investimenti selvaggi, capitale da far fruttare massimizzando interessi e rendite. Ma lasceremo perdere la figura evangelica dove sta: possiamo correre ogni rischio, in queste pagine, ma non quello di perdere di concretezza, di farci catalogare alla voce “invasati”, “mistici”, “luddisti”, magari con quel sorriso tanto laico che increspa le labbra dei politici, anche teodem e teocon, quando qualche ingenuo imprudente sfiora le questioni morali.

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